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Articolo sul sito internet "Rivista di Agraria .org" 03/08
a cura di Federico Vinattieri - si ringrazia il prof. Marco Salvaterra

Il Saarloos finalmente in Italia

Giulia Dolce de Louba-Tar

Campionessa italiana Giulia Dolce de Louba-Tar
giovane femmina di Saarloos Wolfhound
Proprietà: Dioguardi - lupi di Fossombrone (foto Federico Vinattieri)

Il Cane lupo di Saarloos o Saarloos Wolfhound, razza canina olandese quasi sconosciuta in Italia, ora è una realtà.
Grazie all'impegno e alla determinazione della Sig.ra Sara Dioguardi, oggi il Saarloos è allevato in Toscana. Questa affascinante razza, così simile ai lupi che si possono apprezzare nei documentari naturalistici, si rivela una delle razze canine più docili e mansuete. Il carattere timido e diffidente del C.L. di Saarloos è proverbiale e si distingue in modo inconfondibile dal suo simile, il Cane lupo cecoslovacco, proprio per questa caratteristica fondamentale.
Il suo temperamento lo rende un cane adatto per vivere insieme alla famiglia, agli altri animali e anche ai bambini. L'unico allevamento presente in Italia che svolge un accurato lavoro di selezione della razza è l'allevamento di Sara Dioguardi, con sede in Provincia di Prato; questo allevamento, nato alcuni anni fa, deriva da una delle più importanti linee di sangue che discende direttamente dalla linea originale di Leendert Saarloos. L'allevamento di Dioguardi è presente alle più importanti manifestazioni cinotecniche italiane e europee e conta diversi titoli internazionali riconosciuti dalla Federazione Cinologica.

Giulia Dolce de Louba-Tar 20 mesi

Campionessa Giulia Dolce de Louba-Tar - età nella foto 20 mesi
Proprietà: Dioguardi - lupi di Fossombrone (foto Federico Vinattieri)

- "L'impresa di selezione della razza è un'impresa ardua e comporta dei sacrifici enormi, soprattutto quando non ci sono colleghi allevatori in Italia in grado di facilitare i 'tagli di sangue', dovendo ricorrere quindi a continui viaggi all'estero, studiando i soggetti da inserire nel programma di allevamento" - dice Sara Dioguardi, parlando del suo lavoro.
Il carattere diffidente e timido è qualità e proprietà della razza e come tale deve essere mantenuta nella selezione. La diffidenza verso l'estraneo o verso nuove situazioni non deve essere valutata come difetto, perché questa indole deriva direttamente dal suo antenato Lupo. Non si deve mai dimenticare che questa razza, originariamente, è stata creata dal Sig. Saarloos, dall'incrocio tra "Gerard van der Fransenum", un maschio di razza Cane da pastore tedesco e ”Fleur”, una femmina di Lupo europeo, concessa dallo zoo di Amsterdam per questo "esperimento". In origine Leendert Saarloos chiese il riconoscimento di questa nuova razza, all'associazione olandese, con il nome di "Cane lupo europeo"; in fase di riconoscimento venne a mancare il Sig. Saarloos e la Società nazionale, in suo onore, omologò la "razza ufficiale", con il nome di "Saarloos Wolfhond", ossia "Cane Lupo di Saarloos".
Durante la seconda grande guerra, perfino la dittatura tedesca, nel tentativo di precettare tutte le razze canine per la guerra, arrivò anche dai soggetti di Saarloos, che però si rivelarono subito inadatti a questo scopo; i tedeschi erano affascinati dalla loro robustezza e rusticità, ma al primo colpo di pistola, dopo una fuga incontrollabile, ebbero così la prova inconfutabile che questi cani lupi non potevano in alcun modo diventare "cani da guerra".
La società cinologica nazionale olandese pretese da L. Saarloos, per approvare il riconoscimento della razza, una utilità: L. Saarloos, quindi cercò di trovare una particolare attitudine nei suoi cani lupi per adempiere alla richiesta. Decise di optare per l'addestramento come cane-giuda, avendo la moglie affetta da cecità e trovò una spiccata predisposizione all'apprendimento dei suoi soggetti, rispetto ai cani di altre razze impiegati allora.
Nel Dopoguerra, con l'avvento della modernizzazione e con l'esodo verso le città, questi cani lupi erano troppo timorosi e troppo poco abituati ai rumori e a gli estranei che non poterono più essere impiegati in questa attività.
Al giorno d'oggi l'unica utilità che gli si può attribuire è come "cane da compagnia", assolutamente dedito al suo padrone, componente a tutti gli effetti della famiglia in cui vive. Riconosce come "capo-branco" il padrone, il quale non dovrà lottare per l'affermazione, perché è un processo che avverrà naturalmente. Per la sua forte indole del Lupo è consigliabile avere un proprio branco, cioè avere più di un soggetto (anche di differente razza) per far interagire il cane e per agevolarne la socializzazione.
Attualmente sono numerose le linee di sangue di questa razza presenti in Europa, anche se la società olandese ne vorrebbe mantenere il monopolio indiscusso. E' raro ottenere la fiducia della Associazione olandese per l'affidamento di un soggetto:
- "Ho impiegato anni di duro tirocinio e di dedizione per ottenere l'attenzione del club olandese" - dice Sara Dioguardi, pertanto è quasi impossibile per i neofiti riuscire a sviluppare un allevamento di questa razza.
In Italia, purtroppo, la razza non è ben conosciuta e pertanto capita che, in ambito espositivo, venga penalizzata a favore di altre razze più appariscenti e meglio conosciute. Esiste, nel nostro Paese, una grande eterogeneicità di giudizio sul Saarloos, poiché il suo standard, essendo una razza rara, non viene studiato accuratamente. Solo alcuni giudici specialisti riescono a percepire alcune caratteristiche proprie della razza, distinguibili dal "cugino" Cane Lupo cecoslovacco. La valutazione morfologica del C.L. di Saarloos dovrebbe essere svolta durante il movimento del soggetto per far sì che quest'ultimo mostri in totale naturalezza le sue doti fenotipiche, al contrario di qualsiasi altra razza in cui la valutazione morfologica (e quindi il giudizio in esposizione) viene effettuata "da fermo", nella classica posizione da mostra. Nel C.L. di Saarloos, il giudizio "da fermo" deve essere effettuato solo per pochi dettagli non visibili in movimento, quali: il colore e la posizione degli occhi, la dentatura, e altri aspetti.
La razza presenta tanti pregi, ma non si può nascondere anche alcune tare genetiche che sono la derivazione delle consanguineità fatte all'origine della selezione. Bisogna stare attenti alle oculopatie ereditarie, tra cui la progressiva atrofia della retina (PRA) ed eventuali problemi alle cataratte (HC); queste patologie possono anche portare in vecchiaia alla cecità, perciò è bene non mettere in riproduzione soggetti portatori di queste oculopatie. Tutto ciò può essere monitorato con una semplice visita specialistica da parte del veterinario, che dovrà rilasciare una certificazione di assenza.
La selezione di questa razza nei Paesi Bassi e in Francia ha raggiunto dei livelli eccellenti, grazie al duro lavoro di validi allevatori che hanno saputo mantenere la tipicità che era patrimonio della storica linea di sangue originale di Leendert Saarloos. Forse, nei prossimi anni, anche l'Italia riuscirà a raggiungere dei traguardi importanti nella selezione del Saarloos Wolfhond.

Giulia Dolce de Louba-Tar in movimento

Movimento del Cane Lupo di Saarloos
Proprietà: Dioguardi - lupi di Fossombrone (foto Federico Vinattieri)

Federico Vinattieri, esperto allevatore di Mastini Napoletani (www.difossombrone.it),
è studente in "Tecniche di Allevamento del cane di razza ed educazione cinofila" alla Facolta' di Medicina Veterinaria di Pisa.
Curriculum vitae >>>

Articolo tratto da: rivistadiagraria.org

 

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